Trailer Gallery: Storie Per Non Dormire (Stagione 1)

STORIE PER NON DORMIRE 02: KIMMIDOLL

 






Ejay Ivan Lac

STORIE PER NON DORMIRE

KIMMIDOLL







CAPITOLO 1

UN REGALO SPECIALE




Ayako e Fusae stavano passando un fantastico pomeriggio insieme per i negozi di Harajuku, uno dei quartieri più alla moda di Tokyo.


Si trovano negozi di ogni tipo miscelando la modernità con il vintage. Una zona dove la moda colora ogni angolo, simbolo di libertà espressiva per ogni individuo.


Per Ayako quella era una zona che la faceva sentire a suo agio, anche perché lei ha sempre amato vestirsi in modi particolari, in questi negozi poteva trovare tutto ciò che amava indossare. Fusae invece era una ragazza più semplice ed amava il vintage, si fece infatti catturare da un negozietto che si trovava all'interno di un piccolo viale, sulle vetrine c'erano disegnati i volti delle bambole Kimmidoll.


Prese la mano della sua migliore amica Ayako, tirandola di corsa all'interno del viale dirigendosi verso il negozio.


Ayako: "Fusae!!! ma dove mi stai portando?"


Fusae: "Guarda che meraviglia, qui ne hanno di tutti i tipi"


Ayako: "Le bamboline Kokeshi? Mi hanno sempre messo paura"


Fusae: "Ma quale paura? E poi queste non sono le Kokeshi, si chiamano Kimmidoll, ne prendono solo ispirazione"


Ayako: "A me sembrano uguali"


Fusae: "Vieni entriamo. Te ne voglio donare una!!!"


Ayako: "Ma no, non la voglio. Davvero lascia stare!"


Le due ragazze entrarono all'interno del piccolo negozio, si trovava al bancone una vecchia signora che sorrise al loro ingresso. Su gli scaffali c'erano Kimmidoll e Kokeshi di ogni tipo, dall'amore all'amicizia, dalla fortuna al rispetto.


Tutte indossavano o avevano dipinti bellissimi Kimoni. Fusae si avvicinò ad una Kimmidoll dai capelli verdi che portava il nome di Keiko che simboleggiava il rispetto.


La prese e la mise tra le mani di Ayako: "Ecco, questa è per te, per dimostrarti il mio rispetto nei tuoi confronti". Ayako non sapeva cosa dire, prese tra le mani la bambolina e la guardò: "Io...ti ringrazio".


La signora le chiamò entrambe al bancone: "Ragazze, venite. Posate quella bambolina, ne ho una molto più bella e speciale di quella. Venite", mise sul bancone una bambolina dai capelli rossi e il Kimono bianco, con una fantasia di fiori neri. Era più grande delle altre, Fusae si avvicinò con la sua amica al bancone e chiese alla donna il prezzo: "Questa costa più delle altre?".


Signora: "O no, questa non è in vendita, voglio regalarvela. Una di voi due deve decidere a chi regalarla. Sapete, questa bambola è molto speciale e sento che una di voi ne ha molto bisogno in questo momento. Essa è capace di realizzare ben due desideri"


Fusae: "Vuole regalarci questa bambola?"


Signora: "Certo, sentivo che volevi fare un regalo alla tua amica. Credoche questo sia il momento adatto per farlo, ne ho solo tre di questebambole e mi sono promessa di darle solo a persone che se lo meritanodavvero"


Fusae: "Quindi io dovrei prenderla e donarla alla mia amica?"


Signora: "Esattamente..."


Ayako: "No no, non farlo, non ho bisogno di nessuna bambola. Davvero non c'è bisogno"


Fusae prese la bambolina in mano girandosi verso Ayako: "Ayako...questo è il mio dono per te"


Ayako: "C... cosa?"


Fusae: "Ti prego, accetta questo mio dono. Dico davvero..."


Ayako: "Ok! ma... non dovevi. Va bene ti ringrazio".


Le due ragazze sorrisero ed esplosero in una risata, la donna sorrise e disse una cosa importante ad Ayako: "Ricordati, puoi chiedere con il pensiero due soli desideri, non importa quali essi siano, lei è capace di portarti tutto ciò di cui senti il bisogno".


Le due ragazze ringraziarono la signora, si guardarono in faccia ed uscirono dal negozio. Fusae camminava sorridendo mentre Ayako la seguiva con la bambolina tra le mani: "Perché stai ridendo? Dici che quella signora è partita di testa?"


Fusae: "Oh si! Le abbiamo rubato una bambolina praticamente, senza pagarla"


Ayako: "Cosa??? Dovremmo riportarla in negozio, quella signora non sta bene"


Fusae: "Ma rilassati! Lei ha detto di prenderla e noi l'abbiamo presa, non abbiamo fatto nulla di illegale. O cavolo!!! sono già le cinque, devo andare a lezione di pittura!!! ci sentiamo stasera... ciao!!!"


Ayako: "Eh?? Hey aspetta!!!"


Ayako si ritrovò sola nel mezzo di Harajuku, mentre la folla di persone le camminava accanto fissò la bambolina che aveva tra le mani e scosse la testa: "E ora che me ne faccio di questa bambolina?".








CAPITOLO 2


ESPRIMI UN DESIDERIO





Ayako era seduta sul suo divano a casa, davanti alla televisione, guardava dei vecchi video che aveva inserito in una chiavetta usb. Nei video c'erano le giornate che passava con sua mamma ormai morta da molti anni, una donna sorridente e molto affettuosa con tutti.


Una grave malattia la portò via dalla sua vita, ogni volta che si sentiva giù di morale guardava quei video che aveva registrato con il suo smartphone, ne ha conservati molti e ogni volta ne guardava di diversi. Dopo la sua morte il padre di Ayako si trasferì per lavoro in Italia per lavorare in una grande azienda, ma rimaneva sempre in contatto con lei.


Quella sera Ayako decise di chiamarlo al telefono per sentire come stava, spense la televisione e avviò la chiamata dal suo smartphone: "Pronto papà..."


Papà: "Ciao Ayako, tutto bene?"


Ayako: "Si tutto bene, tu che fai?"


Papà: "Sto andando con alcuni colleghi ad una cena di lavoro, sai abbiamo dei progetti molto grandi tra le mani"


Ayako sentì la voce di una donna in macchina di suo padre: "Quella è una donna? Chi è?"


Papà: "Una collega. Senti Ayako, tesoro ci possiamo sentire domani mattina? ti chiamo io, ora sto guidando. Un abbraccio a domani"


Ayako: "Ok... buona serata a domani..."


Il padre chiuse la chiamata, Ayako guardò lo schermo pensierosa e buttò lo smartphone sul divano. Fece un lungo sospiro e girò lo sguardo verso la bambolina che aveva poggiato sul tavolo davanti all'angolo cottura.


Si alzò dal divano e andò verso la bambolina: "E così tu sai realizzare i desideri eh? Ne siamo sicuri?". La prese tra lemani e la guardò intensamente, chiuse gli occhi e con la mente le chiese: "Vorrei con tutto il cuore rivedere mia madre... grazie".


Lentamente riaprì gli occhi e poggiò la bambolina sul tavolo, nel silenzio sentì alle sue spalle il rumore di due scarpe da donna camminare sul pavimento, spalancò gli occhi dalla paura, non riuscì neanche a girarsi, improvvisamente il suo smartphone iniziò a suonare e si spaventò ancora.


Si girò verso di esso e lo prese in mano, era la sua amica Fusae che la stava chiamando. Rispose alla chiamata sedendosi sul divano: "Hey...Fusae!"


Fusae: "Allora? Che stavi facendo? Ne hai messo di tempo a rispondere"


Ayako: "Stavo... stavo facendo una cosa. Come è andata la lezione di pittura?"


Fusae: "Molto bene, anche se mi è caduta la pittura rossa sulla scarpa, che nervoso, mi tocca buttarle in lavatrice. Tanto sono scarpe da ginnastica dovrebbero pulirsi"


Ayako: "Non so, non credo che la pittura vada via così facilmente con la lavatrice"


Fusae: "Hey Ayako, hai già espresso un desiderio?"


Ayako si girò verso la bambolina e rispose: "Credo di si, ma non ti dico nulla. Magari poi non si avvera"


Fusae: "Ah? Si forse hai ragione... meglio non dire il desiderio. Uhhh però già lo immagino... riguarda quel ragazzo che ti piace tanto"


Ayako: "Eh? No!!! ma che dici? non c'entra nulla. Non ho espresso nulla del genere"


Fusae: "Avanti Ayako, non fare la preziosa"


Ayako: "Te lo posso giurare, tutto tranne quello, non l'ho neanche pensato minimamente. Mi spiace per te"


Fusae: "Va bene... ti cre.... senti..." la chiamata divenne disturbata e Ayako cercava di capire cosa stesse dicendo la sua amica: "Fusae? Non sento cosa stai dicendo, la linea è disturbata".


Di colpo tutta la sua casa rimase al buio, le uniche cose che davano luce era lo schermo del suo smartphone e la debole luce della luna che penetrava dalla finestra. Si trovò sola nel buio guardandosi attorno. C'era un silenzio angosciante intorno a lei, provò adalzarsi in piedi per guardare il quadro elettrico che si trovava vicino alla porta d'ingresso.


Illuminò con lo schermo dello smartphone il quadro elettrico, cercò ti tirare su il salva vita ma non voleva saperne di rimanere su: "Avanti...che cavolo è successo?". Si fermò per fare silenzio, dalla sua stanza da letto si udirono nuovamente i passi di scarpe da donna sul pavimento, che si avvicinavano lentamente nel salotto.


Vide le punte di due scarpe rosse uscire dalla porta e fermarsi, il cuorele batteva fortissimo, le mani cominciarono a tremare con un intenso brivido lungo la schiena. Nel buio e nel silenzio, una voce con una strana e cupa tonalità le parlò: "Ayako... sono a casa...".


La testa della bambolina poggiata sul tavolo si girò verso Ayako, la ragazza dal terrore spalancò gli occhi. Si accese la televisione e apparve il viso di sua madre sorridente con le labbra serrate e gli occhi che guardavano verso l'ingresso.


La figura dietro la porta della camera da letto entrò in salotto, era molto alta e non somigliava per nulla a sua madre. Nel buio non si riusciva a distinguere il viso ma si poteva scorgere una bocca sorridente. Camminò lenta verso Ayako, notò le braccia molto lunghe e le gambe molto magre: "Tu non sei mia madre, chi sei?" La misteriosa figura rispose: "Certo che sono tua madre...".


Ayako tentò di aprire la porta ma era come se qualcuno la tenesse dall'altro lato: "Aiuto!!! aiutatemi vi prego!!!". Le sue grida non le sentiva nessuno, nonostante abitasse in un grande condominio. Sentì il respiro di quella donna misteriosa proprio vicino al collo: "Sono la mamma tesoro....".


Ayako chiuse gli occhi ed immaginò la bambolina intensamente comunicandole un nuovo desiderio: "Vorrei non averti mai comprato... grazie".


Tutto divenne buio.


Ayako si ritrovò con la sua amica Fusae nel quartiere Harajuku, erano le tre del pomeriggio, il sole splendeva e scaldava il suo viso. Fusae la prese per mano e la trascinò all'interno di un piccolo viale dove si trovava il negozio delle Kimmidoll, Ayako guardò il negozio e si staccò dalla presa di Fusae: "No!!! non entriamo li dentro non mi piace", Fusae la guardò perplessa: "Ma che stai dicendo? Come fai a dirlo?".


Ayako capì che quella bambolina l'aveva portata a qualche ora indietro per evitare che la sua amica entrasse dentro a quel negozio. Vide un negozio di vestiti e cercò di portarla li dentro: "Guarda Fusae, entriamo li dentro, voglio vedere quel negozio... dai forza muoviti".


Mentre trascinava Fusae verso il negozio di vestiti, si girò a guardare il negozio delle Kimmidoll, Fusae la guardò e le chiese se stava bene, Ayako la guardò e rispose: "Si, non preoccuparti, mi era sembrato di vedere una mia amica".








FINE

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